Nell’era digitale, si potrebbe parlare di una certa “liquidità” delle opere. Queste, infatti, diventano sempre più impalpabili e, se il download pare conservare ancora qualcosa del solido supporto rappresentato dal vecchio caro disco, lo streaming è un fluire che sfugge a qualsiasi presa.
Risulta chiara, dunque, quale sia la complessità che Siae si trova ad affrontare quando si parla di tutela del diritto d’autore.
Nell’epoca del digitale, infatti, la democrazia prevale sulla proprietà, e la riproduzione di un’opera diventa possibile per tutti. Ognuno di noi, pertanto, potrebbe diventare autore attraverso un “remix” che, basandosi, su un originale, ne inventa un altro. Si può dire che sia la stessa cosa? La risposta pare difficile, soprattutto perché i giovani, i cosiddetti nativi digitali, hanno una tale dimestichezza con le più moderne tecnologie da rendere quasi innocue tutte le forme di protezione.
Il diritto d’autore, dunque:
– deve essere pensato per proteggere gli autori perché sia loro riconosciuto il diritto di proprietà dell’opera;
– deve riflettere un mercato, quello creativo, che rappresenta il 7,5% del Pil europeo, facendo in modo che regga economicamente affinché continui a produrre fatturato e posti di lavoro;
– al contempo, dati i nuovi mezzi tecnologici, deve garantire la libera fruizione dei contenuti, con una regola di gratuità che pare risultare in contrasto con quanto detto sopra.
Non ci sono dubbi, come sostiene Filippo Sugar, 43 anni, neo presidente di Siae, il diritto d’autore è essenziale in termini di riconoscimento, anche economico, del lavoro creativo. Diversamente, la creatività diventa precaria e si interrompe quel flusso di idee che garantisce la diffusione della buona musica e della cultura italiana nel mondo.
Perché un fatto è certo: non esiste diffusione senza un’opera.
Ci vogliono chiarezza, semplificazione, accesso più facile alla Società degli autori ed editori, apertura verso i giovani.
Così Filippo Sugar vuole la sua Siae, al fine di operare un cambiamento che le permetta di stare al passo con i tempi e stringere accordi con altri paesi europei per una gestione univoca dei diritti d’autore, con gruppi televisivi e cinematografici, con i campioni del web.
Il tutto ha un obiettivo: creare una coscienza collettiva, anche in chi non sente la riproduzione di un’opera altrui come un illecito, di rispetto del lavoro creativo perché fondamentale per continuare a fruire dell’arte in ogni sua forma. Come fare? Siae utilizzerà il nuovo sito, pronto entro l’estate, per comunicare la giusta educazione ed il corretto approccio verso queste tematiche.