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Rassegna stampa

Piccole imprese e sussidiarietà “Vogliamo meno burocrazia”

Nord contro Sud, Nordest versus Nordovest, Fiat contro piccole e medie imprese, immigrati contro lavoratori italiani: la crisi economica sembra avere mandato in frantumi un sistema produttivo e sociale che ha resistito a molte crisi precedenti. Eppure tra quello che appare a prima vista come un cumulo di macerie emergono realtà che contrastano l’immagine di un mondo a pezzi: imprenditori del Nordest, da leghisti con piccole aziende come Bepi Covre, a imprenditori mediograndi come Mario Carraro e Mario Moretti Polegato della Geox, che dicono di ritenere un valore per le loro aziende l’apporto dell’immigrazione e una “sciagura” l’esempio inglese.
Una multinazionale come la Luxottica che decide di sperimentare forme innovative di contrattazione con sostegni al welfare e al reddito dei suoi dipendenti e al territorio. Tutti piccoli segni che il mondo produttivo cammina su fattori di competitività non sempre misurabili con la tradizionale teoria economica.
Che valori ha e che armi si prepara ad usare contro la crisi il mondo delle piccole e medie imprese, punto di resistenza dell’economia di questi anni? Di che cosa ha bisogno per essere aiutato? E’ a questi interrogativi che vuole rispondere un’indagine curata dalla Fondazione per la Sussidiarietà che quest’anno ha dedicato a questo tema il suo Rapporto annuale (edito dalla Mondadori) nell’ipotesi che si possa leggere, nel mondo produttivo delle piccole e media aziende, comportamenti sussidiari volti cioè a operare con un tessuto di valori e di relazioni che vanno al di là della pura e semplice gestione di un’attività economica o della “massimizzazione del profitto di breve periodo tipico dice della grande impresa quotata in Borsa”.

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